Gli studenti incontrano Ugo Foa per celebrare la giornata della memoria

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(Articolo di Giorgia Centamore)

Giorno 26 Gennaio 2017 si è svolto un incontro nell’auditorium del Polivalente “Elio Vittorini” con Ugo Foa, testimone oculare della shoah. Motore di questo incontro è la ricorrenza del Giorno della Memoria, giorno 27 Gennaio, per commemorare le vittime dell’Olocausto.

All’inizio dell’incontro prende la parola il preside Vincenzo Pappalardo il quale afferma di essere onorato della presenza di uno degli esponenti più di spicco della comunità ebraica italiana. Si riportano le parole del preside: “Sembrava che la storia avesse conosciuto un abisso di follia e che non era più possibile ricascarci”. Inoltre ricorda a tutti noi alunni che la famiglia umana è una famiglia unica e una famiglia in cui tutti siamo fratelli. Prima di ascoltare la testimonianza, il professore di storia e filosofia Alfredo Sgroi effettua una breve introduzione storica.

Il professore Foa si presenta come testimone delle leggi anti-ebraiche in Italia del 1938 e inizia il suo racconto rendendoci partecipi di un evento che ha segnato particolarmente la sua infanzia. Le sue origini sono napoletane e in famiglia erano 5 fratelli. Quando lui aveva 10 anni, era il 1938, e aveva appena finito le scuole elementari. Il suo desiderio più grande era di andare al ginnasio insieme ai suoi fratelli maggiori, ma quando mancavano poche settimane all’inizio dell’anno scolastico i suoi genitori li chiamarono e dissero loro che non sarebbero più potuti andare a scuola a causa della proibizione ai cittadini italiani ebrei  da parte della dittatura fascista di frequentare le scuole pubbliche. Evidenzia che la legge non utilizzava la terminologia “cittadini italiani di religione ebraica” ma “cittadini italiani di razza ebraica”, a sottolineare come per il fascismo gli ebrei fossero di una razza diversa e inferiore. La sua reazione a questa sconvolgente notizia è stata il pianto.

Altro evento importante per la sua vita fu il giorno degli esami per il passaggio alla classe successiva. Quando arrivava in classe doveva firmare il foglio di presenza e vicino al suo nome trovava scritto “di razza ebraica”. Questa etichetta lo perseguitava e anche quando uscivano i risultati lui trovava scritto “di razza ebraica”. Il giorno dell’esame decise di sedersi in uno dei primi banchi e non appena stava iniziando a scrivere il tema di italiano la professoressa lo richiamò dicendogli che non poteva stare nei primi banchi ma doveva andare in fondo alla classe perché non poteva avere contatti con gli altri. Ma quando lui si sedette la professoressa si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò “Ugo coraggio, passerà” accompagnato da un colpo sulla spalla. Questo gesto di solidarietà gli diede molto coraggio e molta forza.

Nel 1939 uscì una nuova legge secondo la quale ogni capofamiglia doveva dichiarare al proprio comune di residenza la propria appartenenza alla razza ebraica e così fece anche suo padre e suo nonno. Per completare la sua testimonianza, ha confessato di aver odiato l’Italia e di aver festeggiato quando l’Italia perdeva militarmente ma per loro era l’unica speranza di sopravvivenza. Conclude dicendo: “Ho pianto quando mi hanno cacciato per il dolore e ho pianto quando sono tornato per la gioia e per l’emozione”.

Diversi ragazzi hanno posto domande al professore Foa e lui ha risposto con massima disponibilità.

Tutti i ragazzi, delle classi seconde e delle classi quinte, hanno ascoltato con ammirazione le parole del professore e sono certa che l’incontro abbia lasciato un segno in tutte le coscienze di noi ragazzi.

Giorgia Centamore 5a B Liceo Scientifico

Team di Redazione

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