“L’evoluzione delle mafie nel XXI secolo dopo la fase stragista del Novecento” Convegno online organizzato dal Centro studi Pio La Torre

1 Marzo 2022 0 Di Redazione
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Venerdì 18 febbraio 2022 dalle ore 9,00 alle 11,30 tutte le classi di tutte le sedi del nostro liceo hanno partecipato online alla videoconferenza dal titolo “L’evoluzione delle mafie nel XXI° secolo dopo la fase stragista del Novecento” con relatori Salvatore Lupo docente UNIPA; Isaia Sales docente Università Suor Orsola Benincasa di Napoli; Alberto Vannucci docente UNIPI; ha moderato Rita Barbera vicepresidente Centro Studi Pio La Torre.

L’incontro è stato l’occasione per la dettagliata analisi del fenomeno criminale in Italia a cura del professor Sales secondo il quale bisogna rompere i luoghi comuni sulla Mafia a cominciare dal fatto che essa non ha una forza militare, non ha consenso popolare, contrariamente a quanto si potrebbe pensare; la sua forza sta nel rapporto, nella violenza di relazione, è violenza che divenuta potenza stabile. Afferma Isaia Sales, che “La presenza delle mafie non è problema irrisolvibile per uno Stato che vuole fare lo Stato fino in fondo, ma occorre liberarsi di una serie di luoghi comuni: non è vero che le mafie sono sempre esistite e che sono un fenomeno tipico delle aree arretrate. Oggi abbiamo più di 180 clan al Centro e al Nord del Paese. La Lombardia è la quinta regione per numero di omicidi mafiosi e se guardiamo all’indice di presenza mafiosa – dato da rilevatori come arresti, confische, scioglimento dei consigli comunali – nelle prime 36 province italiane ce ne sono ben 10 del Centro-Nord. Ciò dimostra come sia un altro luogo comune considerare le mafie come dei pesci fuor d’acqua fuori dai loro territori. Le mafie sono state in grado di sopravvivere ad ogni regime politico e hanno mantenuto una loro forza sia quando lo Stato ne ha garantito loro una forma di impunità, sia quando lo Stato ha mostrato il suo volto repressivo. Mostrano una straordinaria capacità di adattamento ai tempi e si sono sempre mosse attorno alla predazione della ricchezza”. “I cambiamenti delle mafie sono dettati da due condizioni: la necessità di adeguarsi alla repressione degli organi di sicurezza e le opportunità che si presentano davanti a loro. Aggiunge Sales: “Affermare che le mafie sono sempre esistite vuol dire che sono invincibili, invece la loro sconfitta o il loro ridimensionamento è alla nostra portata, alla portata di un mondo politico, economico e istituzionale serio. Se non ci siamo riusciti finora non è perché le mafie sono state troppo forti, ma perché la risposta non è stata adeguata”.

“Le mafie non sono intrinsecamente forti – ha detto Salvatore Lupo – sono potenti in quanto le istituzioni, i governi e i popoli non le contrastano, perché ci sono complici, distratti o perché non sembrano un grande pericolo”. “C’è poi un principio di civiltà giuridica a cui tengo molto – afferma Lupo – La politica e la magistratura sono chiamati a difendere i diritti di tutti, compresi i criminali. Ognuno deve pagare per quello che fa, ma le pene devono essere decenti. Chi va in prigione deve comunque essere trattato con decenza e civiltà e tutto questo deve essere distinto dal nostro impegno politico e civile, perché non siamo noi a dover dire chi è innocente o colpevole. Trovo sbagliato protestare se qualcuno viene condannato a una pena più lieve, non è questa la cittadinanza consapevole. Questa è una cittadinanza intossicata da odio e faziosità. La forza della collettività sta nel contrastare questi fenomeni così pericolosi alla luce dei principi della civiltà giuridica. I reduci delle organizzazioni mafiose hanno bisogno di incontrarsi in un mondo che non li faccia ricadere nei disvalori mafiosi. Per far questo il carcere deve essere un luogo di vita decente, deve rieducare e non estremizzare l’esclusione e l’inimicizia tra le persone e le istituzioni: occorre stare attenti quando si applicano meccanismi di carcerazione particolarmente afflittiva perché in qualche caso possono sembrare necessari, ma trasportati al di là dei loro limiti anche temporali rischiano di essere contraddittori con la finalità della rieducazione”.

Secondo Vannucci “Le organizzazioni mafiose sono come i serpenti che cambiano pelle per adattarsi”, ricostruendo le strategie utilizzate dalla criminalità organizzata, richiamando alla memoria l’inchiesta Mani pulite. “Con Mani Pulite c’è stata la rottura di un equilibrio che per decenni si era consolidato grazie a micro-patti che hanno legato amministratori pubblici, mafiosi e componenti della burocrazia. Dopo la rottura di questo patto si è creato un nuovo equilibrio che in qualche caso ha rivelato degli attriti nei termini negoziali. Oggi le mafie fanno meno ricorso all’intimidazione e più alla corruzione”.

Nell’anno 2022 ricorreranno il 40° anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario di Salvo e della prima legge antimafia dello Stato italiano (la Rognoni-La Torre dell’11 settembre 1982) e il 30° delle stragi del 1992 a seguito della conclusione del maxiprocesso.

Quest’ultimo per la prima volta ha registrato la sconfitta della mafia stragista grazie all’approvazione della Rognoni-La Torre attuata da giudici moderni e coraggiosi che hanno messo in luce il rapporto mafia-affari-politica-corruzione.

Su questa traccia il progetto educativo sviluppa l’analisi dell’evoluzione giurisprudenziale, sociologica, storica e politica del fenomeno mafioso e gli obiettivi di adeguamento a livello nazionale e internazionale.

Prof.ssa Daniela Addamo