4 aprile 1968 – 4 aprile 2022: cinquantaquattro anni dalla morte del pacifista Martin Luther King

4 Aprile 2022 0 Di Redazione
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Martin Luther King nasce il 15 gennaio del 1929 ad Atlanta, in Georgia, nel sud degli Stati Uniti, dove il razzismo è estremamente radicato; Martin si rende presto conto che il colore della sua pelle rappresenta un ostacolo apparentemente insuperabile. Prendendo coscienza di questa discriminazione, si dedica anima e corpo allo studio, laureandosi in filosofia e diventando anch’egli pastore, per poi iniziare la sua inarrestabile e pacifica battaglia contro la segregazione razziale.

Nel dicembre del 1955 la lotta di Martin Luther King ebbe una svolta: un’operaia nera, Rosa Parks, sale su un autobus per tornare a casa, essendo molto stanca cerca un posto per sedersi, purtroppo i posti riservati ai neri sono tutti occupati e si siede su uno riservato ai bianchi. Immediatamente le viene imposto di alzarsi, ma lei rifiuta; interviene il bigliettaio, viene chiamata la polizia e Rosa viene arrestata con l’accusa di aver occupato un posto “per i bianchi”. King convoca una riunione di tutti i suoi seguaci stanchi di subire soprusi, anche peggiori di quello sofferto dall’operaia.

In questa occasione viene lanciata l’idea di boicottare tutti i mezzi pubblici: nessun nero salirà sull’autobus fintanto che non sia tolta la “spartizione dei sedili”. L’iniziativa ha un enorme successo: il giorno dopo le vetture pubbliche sono completamente vuote, non solo i neri ma anche i bianchi aderiscono alla lotta non violenta.

La situazione continua, immutata anche nei giorni seguenti, i mezzi pubblici rimangono vuoti; le autorità non sapendo come risolvere la questione, citano in tribunale Martin Luther King per “aver danneggiato l’azienda dei trasporti pubblici”, ma quando sta per iniziare il processo, arriva una notizia: la Suprema Corte degli Stati Uniti d’America ha dichiarato “illegale” la segregazione praticata negli autobus.

È un’enorme vittoria per Martin Luther King, ma a ciò si aggiungono molte conseguenze negative: una carica di dinamite esplode davanti alla sua casa, lui stesso viene preso a sassate ed arrestato una ventina di volte durante le manifestazioni per la pace e, più di una volta, lo stesso John Kennedy, non ancora eletto presidente, paga personalmente la cauzione per farlo uscire dalla prigione.

I HAVE A DREAM

Il culmine del movimento di Martin Luther King si ha il 28 agosto 1963 durante la marcia su Washington quando lui stesso pronuncia il suo discorso più famoso: “I have a dream”. Ecco un estratto del discorso, grazie al quale è cambiata l’intera storia della segregazione razziale.

«[…] E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali. Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. È questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza».

Cinque anni dopo questo celebre discorso, il 14 ottobre 1964, a Oslo, ricevette il Premio Nobel per la pace, un riconoscimento di notevole valore. Pochi mesi dopo, il 4 aprile 1968, Martin è stato assassinato a Memphis. Quel giorno aveva partecipato alla manifestazione in memoria di un giovane afroamericano di 16 anni, ucciso qualche giorno prima, durante gli scontri con la polizia. Alle 18:01, sul balcone della sua stanza d’albergo era giunto il rumore di un colpo di fucile, un’arma di precisione rinvenuta il giorno dopo; il colpo partì probabilmente da una stanza dell’albergo di fronte.

L’8 giugno venne arrestato in Europa il principale sospettato, che dopo le prime ammissioni ritrattò tutto e continuò a dichiararsi innocente: fu processato e condannato a 99 anni di carcere; purtroppo però le indagini dell’FBI, l’inchiesta e gli atti processuali pubblici, non hanno mai chiarito la vicenda, dunque la verità sull’assassinio di Martin Luther King non è nota fino in fondo.

Ricorre proprio oggi l’anniversario dell’assassinio di uno dei più grandi pacifisti del mondo, il quale ha lottato per difendere il colore della sua pelle, ingiustamente considerato segno di “inferiorità”.

Fatima Tomasello, 2°F