LA DEMOCRAZIA ANTICA: LA NASCITA DELL’OCCIDENTE/1

15 Novembre 2022 0 Di Nuccio Randone
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Nel centenario della marcia su Roma (1922-2022) ho deciso di dedicare una serie di articoli sul tema della “Democrazia” perché capirne l’origine, i principi fondamentali, il cambiamento e le storture, significa capire chi siamo, da dove veniamo e soprattutto dove possiamo e dobbiamo andare come occidentali per non ricadere mai più in nessuna forma di fascismo

La carta dei diritti fondamentali dell’UE nel suo preambolo recita: «I popoli d’Europa, nel
creare tra loro un’unione sempre più stretta, hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato
su valori comuni. Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda sui valori
indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà; essa si
basa sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto. Pone la persona al centro
della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e
giustizia». Alla luce di queste parole mi sembra di potere affermare che le radici dell’Europa e
dell’occidente risiedono nella democrazia e nei suoi principi fondamentali quali l’uguaglianza, la
libertà e la partecipazione. Oggi però la democrazia è sempre più percepita come una “consolidata
tradizione di predominio dei pochi sulla moltitudine del popolo”. Da una parte, come conseguenza
di questa visione, assistiamo ad un aumento dell’astensionismo politico, alla disaffezione alla vita
politica e alla ricerca dell’uomo forte al potere; dall’altra parte, assistiamo ad una serie di proposte
di “democrazia partecipativa” finalizzate a ridare potere diretto a tutto il popolo oltre il “predominio
dei pochi oligarchi tecnocrati”. Vorrei dedicare una serie di articoli sul tema della “Democrazia”
perché capirne l’origine, i principi fondamentali, il cambiamento e le storture, significa capire chi
siamo, da dove veniamo e soprattutto dove possiamo e dobbiamo andare come occidentali.
La democrazia, dal greco antico démos, «popolo» e krátos, «potere»,  “governo del popolo”,
è «quel regime politico nel quale il potere era totalmente nelle mani del popolo e in cui le decisioni
venivano prese rispettando la volontà della maggioranza, espressa tramite regolari votazioni», di cui
se ne attesta la nascita nel mondo occidentale ad Atene: uno, pochi, molti; monarchia, aristocrazia,
democrazia. Sono questi i passaggi storici che portano alla democrazia. La società greca, prima
della nascita della democrazia ateniese con Clistene nel 508 a.c. è una società aristocratica dove c’è
un governo dei pochi con una gerarchia abbastanza semplice: il sovrano che è il più potente tra i
maggiorenti, l’elite aristocratica ovvero una cerchia ristretta di grandi proprietari terrieri che detiene
il potere assoluto, il popolo che non ha nessun potere di prendere decisioni. L’istituzione principale
attraverso cui l’elite aristocratica esercitava il suo potere era l’areopago formato da membri
provenienti dall’aristocrazia eletti per anzianità o per principi ereditari. Sarà con Solone, ma
soprattutto con le riforme di Clistene (VI° secolo) e dunque con Pericle (V°secolo) che si afferma la
democrazia ad Atene e nel mondo occidentale: Clistene nel 508 a.c. con l’appoggio del popolo
operò una riforma profonda delle istituzioni ateniesi considerata come l’inizio del regime
democratico ad Atene.Tra le riforme fondamentali introdotte da Clistene bisogna ricordare
l’introduzione dell’ekklesia (assemblea) dove tutti i cittadini potevano partecipare, la boulè (il
consiglio dei Cinquecento) dove sedevano, eletti per un anno, 50 cittadini per ciascuna tribù, estratti
a sorte da un elenco di volontari. Bisogna ricordare infine le cariche della magistratura anche queste
attribuite per sorteggio e della durata di un anno e infine la giustizia che ad Atene veniva
amministrata direttamente dai cittadini tramite giurie popolari, i cui componenti erano estratti a
sorte. Con Pericle, gli organi principali della democrazia rimasero quelli introdotte con le riforme
clisteniche, egli nel 451 a.c. introdusse una legge secondo cui da allora in poi sarebbe stato cittadino
l’uomo di 18 anni nato libero, generato da padre e madre ateniese. Ricordiamo che erano esclusi
dalla cittadinanza le donne, gli stranieri e gli schiavi. «Abbiamo un regime politico (politeia) che
non cerca di copiare le leggi dei vicini: piuttosto che imitare altri, noi stessi siamo un modello per
qualcuno. Quanto al nome, per il fatto che il governo non è nelle mani di pochi ma della

maggioranza, esso si chiama democrazia». Queste parole, attribuite da Tucidide a Pericle nel suo
celebre epitafio, attestano ad Atene la nascita dell’occidente democratico.

*Docente di Religione con Licenza in Teologia Morale